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L’Opera che parla di Dio. Suor Angelica di Giacomo Puccini

Cari Amici,

sabato 14 maggio alle 21 alla Casa della Musica (via Lampugnani, 80, Desio: è richiesta la prenotazione a marco.mologni@gmail.com 3391352286) vi offriremo la possibilità di ascoltare e vedere Suor Angelica di Giacomo Puccini. Vi proporremo l’allestimento del Covent Garden di Londra diretto da Antonio Pappano, con la regia di Richard Jones. Tra le voci spiccano quella di Ermonela Jaho e Anna Larsson.

Esperienza Spirituale

La serata che vi proporremo sarà un’esperienza di musica spirituale. Per questo abbiamo scelto la più sacra tra le opere di Puccini. Come sempre, il compositore lucchese sa mettere vita e sangue anche alle esperienze più ascetiche e rarefatte, dimostrando quanto il rapporto tra un’anima e Dio possa essere forte e tormentato.

Opera di soli personaggi femminili

Scritta nel 1917 su libretto di Giovacchino Forzano, fu rappresentata per la prima volta al Metropolitan di New York nel 1918 con Geraldine Farrar, Flora Perini e Minnie Egener, e nel 1919 al Teatro Costanzi di Roma diretta da Gino Marinuzzi alla presenza del compositore. Ascolteremo la sola opera centrale del Trittico (Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi), la preferita da Giacomo Puccini, come una vera e propria sacra rappresentazione. Opera particolarissima, è tra le poche a contenere solo personaggi femminili. Le voci maschili compaiono solo alla fine, nel coro di angeli che portano suor Angelica in cielo.

La sofferenza dentro un monastero

Puccini scrisse al suo amico Pietro Panichelli, dell’Ordine dei Domenicani, che già lo aveva aiutato per le sonorità religiose di Tosca: «Scrivo un’opera claustrale o monacale. Mi occorrono dunque diverse parole latine ad hoc. La mia scienza non arriva fino… al cielo vostro». Puccini aveva una sorella di nome Iginia, che era diventata madre superiora del convento Monache agostiniane della frazione di Vicopelago di Lucca, alle quali il maestro fece ascoltare l’opera al pianoforte, lasciandole profondamente commosse. Grazie alla sorella, a cui era molto legato, Puccini poté apprendere com’era la vita in un convento femminile, che ritrasse con grande realismo nella sua opera.

La richiesta di un miracolo

L’azione si svolge verso la fine del XVII secolo, tra le mura di un Monastero nei pressi di Siena. Da sette anni Suor Angelica, di famiglia aristocratica, ha forzatamente abbracciato la vita monastica per scontare un peccato d’amore. Durante questo lungo periodo non ha saputo più nulla del bambino nato da quell’amore, che le era stato strappato a forza subito dopo la nascita. L’attesa sembra finalmente terminata: nel parlatorio del Monastero Angelica è attesa a colloquio dalla zia principessa. Ma la vecchia signora, algida e distante, non è venuta a concederle il sospirato perdono, bensì a chiederle un formale atto di rinuncia alla sua quota del patrimonio familiare, allo scopo di costituire la dote per la sorella minore Anna Viola, prossima ad andare in matrimonio. Il ricordo di eventi lontani ma mai cancellati dalla memoria e la possibilità di avvicinare una persona di famiglia spingono Angelica a chiedere insistentemente notizie del bambino.
Ma con implacabile freddezza la zia le annuncia che da oltre due anni il piccolo è morto, consumato da una grave malattia. Allo strazio della madre, caduta di schianto a terra, la vecchia non sa porgere altro conforto che una muta preghiera. Il pianto di Angelica continua, soffocato e straziante, anche dopo che la zia, ottenuta la firma, si allontana. Nel suo animo si fa strada l’idea folle e disperata di raggiungere il bambino nella morte per unirsi a lui per sempre. È scesa intanto la notte e Suor Angelica, non vista, si reca nell’orto del monastero: raccoglie alcune erbe e con esse prepara una bevanda mortale.
D’improvviso, dopo aver bevuto pochi sorsi del distillato, Angelica è assalita da un angoscioso terrore: conscia di essere caduta in peccato mortale, si rivolge a Maria, madre di Gesù chiedendole un segno di Grazia. E avviene il miracolo: la Madonna appare sulla soglia della chiesetta e, con gesto materno, sospinge il bambino fra le braccia protese della morente. Suor Angelica cade riversa dolcemente ed esala l’anima. Il miracolo sfolgora.

Il dialogo tra un’anima e Dio

Opera commovente e profonda. Giacomo Puccini riflette sul significato della vera spiritualità: Dio giudica l’uomo, o permette all’uomo di salvarsi e di aspirare a una vita migliore? La sofferta risposta del compositore è una manifestazione del vero e profondo significato dell’esperienza spirituale, che vuol dire entrare in dialogo vero con Dio.
Un’esperienza ad alta intensità spirituale!
Vi aspettiamo
AMICI DELLA MUSICA Herbert von Karajan

CASA DELLA MUSICA !
il luogo delle emozioni
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Richiesta la prenotazione

Ingresso gratuito con mascherina FFP2. E’ richiesta la prenotazione telefonando al numero 3391352286 o scrivendo a marco.mologni@gmail.com

La Tessera 2022

Vi ricordiamo che è ancora possibile sottoscrivere o rinnovare la tessera 2022 (ordinaria euro 50 all’anno – sostenitore euro 100) agli Amici della Musica Herbert von Karajan. Una tessera che sostiene un progetto di valore, permette di frequentare un gran bel posto come la Casa della Musica (100 eventi musicali all’anno e riduzioni enormi nell’acquisto dei biglietti di musica classica dal vivo).

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